Confrontando la sua heatmap con quella dell’attaccante danese, si può notare un altro aspetto che ne caratterizza lo stile di gioco, vale a dire l’abilità di ricevere palla nel mezzo spazio destro, spesso spalle alla porta, e sfruttare il suo fisico per tenere palla e far risalire la squadra. Con un’azione del genere è arrivato il goal contro il Barcellona: dopo una sponda forse involontaria per un compagno, ha attaccato lo spazio alle sue spalle sfruttando i suoi lunghi passi – cosa che gli riesce parecchio bene -, e ha segnato con un tiro potente sotto la traversa.
Potrà andare incontro ad alcune difficoltà iniziali. La gestione del pallone, per esempio, non è sempre perfetta (non lo è nemmeno quello di Hojlund o Zapata), ma le caratteristiche – attacco della profondità e strapotere fisico e atletico – ricordano quelle dei suoi compagni di squadra o forse predecessori. In carriera non ha mai segnato più di 7 reti in una stagione. Poche, ma Gasperini sa come tirare fuori il meglio da una punta. D’altronde lo stesso Zapata, che non aveva mai superato le 11 reti stagionali, è arrivato a metterne insieme 81 in cinque anni.