C'ERA UNA VOLTA

C’era una volta… Gaetano Scirea, il difensore gentiluomo

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3 settembre 1989, puntata numero 2 de “La Domenica Sportiva” per quanto concerne la stagione calcistica 1989/90; il servizio riguardante l’inaspettata vittoria della Lazio in casa del Milan di Arrigo Sacchi viene bruscamente interrotto dalle immagini che tornano in diretta dallo studio Rai dove un commosso Sandro Ciotti, storico commentatore e presentatore prima radiofonico e poi televisivo, annuncia la tragica scomparsa del secondo allenatore della Juventus, nonchè ex Capitano bianconero e Campione del Mondo, Gaetano Scirea dopo un tragico incidente stradale in Polonia.
Tra gli ospiti della puntata di allora, per un paradossale gioco del destino tutti collegati alla Juventus, lo sgomento è totale: Gigi Maifredi, allenatore del Bologna che nella stagione successiva andrà ad allenare la Juventus, si spende in un commento di encomio tanto improvvisato quando difficile; l’ex compagno di squadra Marco Tardelli non riesce a trattenere le lacrime e Omar Sivori, grande ex centravanti bianconero a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, è una maschera di dolore.
L’Italia intera si strugge nel dolore della paradossale ed evitabilissima morte, a soli 36 anni, di uno dei migliori interpreti calcistici che il nostro Paese abbia mai visto. Un vero Capitano, dentro e fuori dal terreno di gioco, perchè come giochi a calcio rispecchia ciò che sei in tutti gli ambiti della tua vita. E lui, Gaetano Scirea da Cernusco sul Naviglio, era un signore dentro come fuori dal campo.

Il settore giovanile dell’Atalanta e l’esordio in Serie A

Notato dagli osservatori dell‘Atalanta nei campi della periferia milanese nel 1967, viene aggregato ai “giovanissimi” della società orobica come ala destra anche se la sua tecnica e la grande visione di gioco lo portano spesso ad accentrarsi lasciando troppo scoperta la sua corsia di appartenenza. Sarà Ilario Castagner, suo allenatore ai tempi della Primavera atalantina, a cambiare definitivamente il suo ruolo in “libero” al fianco dello stopper Antonio Percassi, l’attuale Presidente dell’Atalanta. In questo nuovo ruolo Scirea verrà subito paragonato al libero tedesco Franz Beckenbauer per la sua capacità di impostare il gioco dalle retrovie e per le percussioni palle al piede fino all’area avversaria, novità assolute nel panorama calcistico italiano di allora.
L’esordio in Serie A è datato 24 settembre 1972 in un Cagliari-Atalanta terminata 0-0. Seppur 19enne Gaetano stupì gli addetti ai lavori grazie alla sua visione di gioco e alla sua sicurezza degna di un veterano. Messo una volta piede in campo non ne uscirà più e nonostante la retrocessione in Serie B sarà una delle sorprese più liete della stagione della “Dea”. Rimane a Bergamo anche in cadetteria, nella stagione 1973/74, dove sarà titolare fisso e brillerà di luce proprio nonostante l’anonimo 11esimo posto finale. I tempi per il grande salto sono ormai maturi.

L’approdo alla Juventus e l’epopea vincente

Nell’estate 1974 la Juventus mette gli occhi su di lui e spende quasi 1 Miliardo di Lire per portarlo a Torino. Nel contratto che il 21enne Scirea siglerà con i bianconeri c’è una particolare clausola che gli vieterà, dalla firma in poi, di continuare a lavorare nell’officina meccanica di suo zio a Cernusco sul Naviglio, lavoro a lui molto caro e nel quale il giovane Gaetano si prodigava molto nei ritagli di tempo.
Le aspettative su di lui sono molto alte e non verranno deluse: nella sua prima stagione bianconera, 1974/75, si laurerà Campione d’Italia giocando 28 delle 30 partite di Campionato e dalla stagione 1976/77 i trionfi arriveranno anche a livello internazionale dato che oltre al 17esimo Scudetto juventino e secondo personale, arriverà la Coppa UEFA vinta nella doppia finale contro l’Athletic Bilbao che rappresenta il primo titolo europeo nella storia della Juventus. Il connubio con la Juventus diventa, con il passare delle stagioni, sempre più inossidabile e Scirea è il leader indiscusso sia della retroguardia bianconera sia di quella Azzurra.
Al termine della Stagione 1981/82 vincerà il 20esimo Tricolore della Juventus, diventando il primo club italiano (e 36 anni dopo ancora unico) a potersi appuntare 2 stelle sul petto. La sequela di trofei sembra interminabile, con la vittoria della Coppa Italia nella stagione 1982/83 la Juventus si guadagna il diritto di giocare l’ormai defunta Coppa delle Coppe che i bianconeri vinceranno contro il Porto nella finale di Basilea del 16 maggio 1984, la seconda competizione europea che la Juventus riesce ad aggiudicarsi.
Sarà il Capitano bianconero, dopo il ritiro di Giuseppe Furino, il 29 maggio 1985 nella tragicamente nota notte dell’Heysel che vedrà la Juventus vincere la sua prima Coppa dei Campioni contro gli inglesi del Liverpool, già sconfitti nel gennaio 1985 nella finale di Supercoppa Europea. Con questi due trionfi la Juventus diventerà la prima società in Europa a vincere, almeno una volta, tutte le competizioni organizzate dalla Uefa. Solleverà da Capitano anche la Coppa intercontinentale vinta a Tokyo, nel dicembre ’85, ai rigori contro gli argentini dell’Argentinos Juniors.
Si ritirerà nel 1988, a 35 anni, dopo aver vinto 7 Scudetti, 2 Coppe Italia e ogni trofeo internazionale ufficiale per club; primo calciatore nella storia del calcio ad esserci riuscio insieme al suo compagno di squadra e di reparto Antonio Cabrini. Vanta un altro incredibile e difficilmente eguagliabile record: nelle oltre 600 partite giocate da professionista non si vide mai sventolare un cartellino rosso a suo carico.

La carriera in Nazionale

Sarà l’allora commissario tecnico Fulvio Bernardini a farlo esordire in azzurro nel 1975 in un incontro amichevole contro la Grecia terminato sul punteggio di 3-2 per gli Azzurri. Nei successivi 11 anni in Nazionale collezionerà 78 presenze condite da 2 gol, entrambi siglati nel 1980: il primo in un’amichevole di aprile, proprio a Torino, contro la Polonia finita 2-2 ed il secondo ad Atene nel mese di dicembre in una partita di qualificazione al “Mundial” del ’82 e terminata 2-0 per l’Italia.
Farà parte della spedizione azzurra a 3 Mondiali: quelli argentini del 1978 che, potendo recriminare qualcosa, si concluse con un quarto posto; il trionfo di Spagna 1982 dove al fianco di un giovanissimo Giuseppe Bergomi, al roccioso Claudio Gentile e al monolitico Dino Zoff formò un blocco difensivo granitico che valse il terzo titolo mondiale per gli Azzurri; il Mondiale di Messico ’86 dove da Capitano dovette arrendersi sotto i colpi della Francia del suo compagno Michel Platini che ci eliminò agli ottavi di finale.

La carriera da allenatore e la tragedia

Appena “appesi gli scarpini al chiodo” Scirea sceglierà la carriera da allenatore e dalla stagione 1988/89 sarà il secondo allenatore della Juventus al fianco del capo allenatore, nonchè compagno di mille battaglie in campo, Dino Zoff. Il tempo si ferma all’inizio della sua seconda stagione da vice allenatore bianconero, il 3 settembre 1989, quando Scirea si reca in Polonia a visionare i prossimi avversari della Juventus in Coppa Uefa: i modesti polacchi del Gornik Zabrze.
Durante il viaggio di ritorno verso l’aeroporto di Varsavia l’auto sulla quale viaggiava, accompagnato da un autista locale, da un traduttore e da un dirigente della squadra del Gornik, viene tamponata da un camion che innesca un incendio sull’auto dei 4 malcapitati che presto diventerà una trappola mortale a causa di un’esplosione alimentata della presenza di 4 taniche di benzina all’interno del bagaglio dell’auto stessa, fondamentali per arrivare sino all’aeroporto a causa della mancanza di stazioni di servizio nella Polonia di allora.
Nel rogo si salva solo il dirigente del Gornik che miracolosamente riesce ad uscire dall’abitacolo prima dell’esplosione. La notizia ha un’eco internazionale e a distanza di 29 anni il ricordo dell’uomo, oltre che del calciatore, Gaetano Scirea è vivo e vibrante non solamente nel cuore dei tifosi juventini.
In suo onore sono numerosissime le attività, le associazioni, i premi e i tornei calcisitici che la sua famiglia e tutto il mondo del calcio italiano promuovono nel nome della cultura, del fair play e della legalità. Nel nome di Gaetano Scirea.

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