Da quando è arrivato alla Juventus Federico Chiesa ha avuto una crescita esponenziale, ma può arrivare veramente a vincere il Pallone d’oro?
Approdato alla Juventus nell’ottobre del 2020, Federico Chiesa in appena un anno passato a Torino ha avuto una crescita a dir poco esponenziale, arrivando a conquistare una maglia da titolare sia nei bianconeri che nella Nazionale italiana guidata da Roberto Mancini. Ma se continua a crescere come ha fatto in appena un anno di Juve, può veramente ambire a diventare uno dei più forti del mondo? E soprattutto, può veramente ambire a vincere il Pallone d’oro nel futuro prossimo? Vediamo insieme perché non è così impossibile da pensare e da credere.
Federico Chiesa, dal settore giovanile alla prima squadra della Fiorentina da capitano
Arrivato nell’under 19 della Fiorentina nel 2014, Chiesa ci ha messo appena due anni per fare il grande salto in prima squadra, dopo aver giocato appena una stagione completa con le giovanili. Con la prima convocazione con la Fiorentina dei grandi arrivata nel 2016. L’esordio in Serie A proprio contro la Juventus e già dalla prima partita e – più in generale – dal primo anno in prima squadra si intuiva che c’era qualcosa di diverso in Chiesa. D’altronde buon sangue non mente, con il padre che è stato uno dei calciatori italiani più importanti della sua epoca. Alla prima stagione in viola sono 34 le presenze in totale tra tutte le competizioni, con tre gol e tre assist a referto. Nella prima stagione arriva anche addirittura già l’esordio europeo, con i viola che erano impegnati in Europa League. Ben cinque presenze ed anche un gol per Chiesa nella seconda competizione europea, quello segnato all’ultima gara dei gironi contro il Qarabag. Schierato solo al ritorno invece, il figlio d’arte non è riuscito a dare il suo contributo contro il Borussia mönchengladbach ai sedicesimi di finale, e dunque a ribaltare le sorti dell’incontro, con la viola che è dunque uscita anzitempo dal torneo.
Al secondo anno, primo vero da titolare, Chiesa inizia a caricarsi la squadra sulle spalle ed a trascinarla con giocate preziose e soprattutto numeri. Sei realizzazioni e sette assist, non male per un giovane al suo secondo campionato di Serie A di sempre. Dal terzo anno diventa però la vera e propria star della squadra, ed inizia anche a giocare qualche partita con la fascia da capitano al braccio. La consacrazione definitiva arriva però in quello che poi, alla fine dei conti, risulterà essere il suo ultimo anno a Firenze, il quarto. Ormai leader indiscusso della squadra, Chiesa si carica sulle spalle i compagni e molto spesso risolve le partite da solo, lasciando intravedere sprazzi del talento puro che sta emergendo adesso alla Juventus. A fine anno saranno 10 i gol e nove gli assist in 34 presenze, 31 delle quali da titolare.
Federico Chiesa, l’approdo alla Juventus e la crescita esponenziale
Nell’ottobre del 2020 alla porta della Fiorentina bussa la Juventus che, andando contro anche una parte della tifoseria che voleva un altro tipo di colpo rispetto a Chiesa, decide di fare il suo grosso investimento proprio su Federico Chiesa. Scelta, col senno di poi, più che azzeccata dalla dirigenza bianconera. Già dalle prime partite Chiesa ha dimostrato infatti di aver fatto un ulteriore maturazione rispetto a quella avuta nel percorso alla Fiorentina. In poche partite si è preso la Juve ed i suoi tifosi, in un periodo in cui la squadra girava male. Corsa, dribbling e tanto cuore. Questo ci ha messo Federico Chiesa, il cuore. Non molla mai di un centimetro e con la sua progressione esagerata sembra andare al triplo della velocità rispetto agli avversari che lo inseguono. Quando parte da fermo è a dir poco esplosivo.
Queste caratteristiche si stanno vedendo ancora di più in questo avvio della seconda stagione bianconera. Con ancora una volta una squadra in balia della confusione, dettata dall’addio di Cristiano Ronaldo, l’unico faro in quel di Torino è stato proprio Federico Chiesa nelle prime gare stagionali. Quando prende palla tra i piedi i difensori si mettono già le mani tra i capelli. Quando è in giornata è praticamente infermabile, a volte ci pensa da solo a fermarsi, sprecando magari qualche occasione per l’eccessiva foga che ci mette. Se riuscirà a controllarsi sotto questo punto di vista con l’accumularsi anche dell’esperienza, soprattutto in campo europeo giocando la Champions League contro le migliori difese al mondo, il Pallone d’oro sicuramente passerà dall’essere un assoluta utopia ad essere quantomeno credibile.
Certo è che davanti ci sono dei calciatori come Haaland e Mbappé che sembrano aver scavato un solco per quanto riguarda il futuro del trofeo e non solo. Ma Modric ci insegna che non sono sempre i mostri sacri a vincere e soprattutto a meritarsi il Pallone d’oro, con impegno e sacrificio anche un giocatore come Chiesa può ambire a portarlo a casa e perché no, proprio davanti ad Haaland e Mbappé. Anche perché non è detto che loro, o chi altro sarà considerato tra i migliori calciatori in circolazione tra qualche stagione, non ne sbaglino nemmeno una di annata.
Federico Chiesa, gli Europei giocati e vinti da protagonista
A conferma del fatto che il Pallone d’oro, per quanto super difficile, non sarebbe impossibile da ottenere c’è anche il percorso della nazionale agli ultimi Europei del 2021. Nella vittoria dell’Italia c’è infatti tanto cuore, quello che mette Chiesa in ogni partita. Un gruppo unito verso un unico obiettivo con un giocatore che, più degli altri, si contraddistingue. Potrebbero essere le basi di una buona ricetta per poter sognare in grande, chiedere a Jorginho per credere.
Ipotizzando magari una cavalcata della Nazionale azzurra come quella vista agli europei però magari al Mondiale ed abbinandoci una grande annata della Juventus, con magari la conquista della tanto agognata Champions League. E considerando sempre Chiesa come giocatore chiave e trascinatore in entrambe le nostre ipotesi, il tutto potrebbe avvicinare – e non di poco – Federico Chiesa a quello che, al giorno d’oggi, è solo un bellissimo sogno. Ma che, un domani, potrebbe diventare una meravigliosa realtà.