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Davide Bartesaghi

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All’esordio nella stagione 24/25 veniva espulso contro il Lecce e nel maggio scorso retrocedeva con il Milan Futuro. Oggi, Davide Bartesaghi ha raccolto l’eredità di Theo Hernandez, scalzando la concorrenza di Estupiñán arrivato per fare il titolare, e si è preso con autorevolezza la fascia sinistra dei rossoneri.

Una stagione in crescita costante di partita in partita, quella del classe 2005, culminata nel meritato premio di MVP di Milan-Lazio: dopo un primo tempo ordinato, condotto con la solita diligenza, è nella seconda frazione che la sua prova sale esponenzialmente di livello. La sua struttura fisica e la falcata con cui solca la corsia non fanno più notizia. Ad impressionare è la delicatezza del suo mancino, con cui pennella 6 palloni di fattura finissima nel cuore dell’area avversaria, di cui 4 a destinazione. Uno di questi non si tramuta in assist soltanto per il grande intervento di Provedel su Leão. Quando arriva al cross sul fondo, è un fattore.

Oltre alla pulizia tecnica e alla qualità in uscita, Bartesaghi è un elemento chiave nello sviluppo della manovra rossonera: è nel 97° percentile per passaggi progressivi ricevuti ogni 90’ (8.9) tra i terzini dei top 5 campionati ed è il terzo difensore per chance create dietro Dimarco e Aarón Martín. I suoi 193 cm, uniti alla grande attenzione in fase difensiva, lo rendono un laterale affidabile e difficile da saltare. I due recuperi di puro agonismo contro la Lazio sono un grande, ulteriore, segnale di crescita: la volontà di imporsi con personalità e quel pizzico di malizia che si addice ai grandi giocatori. E Davide Bartesaghi ha tutto per diventarlo.

Honest Ahanor
L’ossessione tutta italiana per il 3-5-2

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